<<Per il “Norge” che salpa>> di Luigi Olivero
Erta la prora rostrale in contro al millenne travaglio
l’arduo portento sorvola pel fosco cammino polare.
Biechi s’incurvano i cieli ignari di tanto ardimento;
rombano l’eliche assidue recando nel rapido corso
tutto l’indomito ardore, tenace virtù di due Stirpi.
Pur, mentre, lungi, tra il cielo nebbioso vaniscon le terre
dove metropoli nere racchiudono gioie e rimpianti,
batte nel petto agli audaci un palpito sacro d’orgoglio
volto a più liberi spazi, volto a più vasti orizzonti.
Palpita in petto agli audaci l’ansioso tormento ch’eleva
l’animo verso la Méta fulgente di candida luce.
- Salve, pionieri dell’aria, eroi della Scienza pugnace!
Bella v’arrida la Gloria plasmata nel bronzo immortale!
dicono innumeri cuori protesi all’incerto domani.
Tacciono i molti, compresi dell’alta titanica lotta.
Mentre l’alata polena procede nel ferreo cammino
veglia dal plinto marmoreo con occhio sereno Colombo.
Pallida Sfinge dei ghiacci, sorridi sorridi al prodigio!
Reca sull’ali fulgenti, o Nike, il solenne trionfo!
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